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lunedì 16 novembre 2015

L'AMANTE GIAPPONESE
 di Isabel Allende

A metà tra il feutillon e l'ironia, la Allende traccia un dolcissimo affresco sul momento della vita più fragile ma anche più  pregno: la vecchiaia. L'esistenza ormai verso il declino di una bella donna, Alma Belasco,  descritta e raccontata con grande maestria, racchiude un'infinità di ricordi e nostalgia, ma pare nascondere ancora desideri e speranze. Si parte dalla Polonia sconvolta dai rastrellamenti nazisti nel ghetto ebraico, per evitare i quali Alma, bambina,  viene separata dai genitori, fino a raggiungere un'agognata libertà negli Stati Uniti, presso i ricchissimi zii californiani. Qui la vita di Alma trascorrerà negli agi e nell'affetto, tuttavia sempre velata di malinconia. Alma non si farà mancare nulla: divenuta una donna dal forte carattere e dall'indiscutibile personalità, raggiungerà la fama e coronerà molti desideri, amata incondizionatamente dal cugino Nathaniel, che sposerà, pur riversando altrove la vera passione amorosa. Passione che riserverà, infatti, al giovane Ichi, figlio del giardiniere giapponese di casa Belasco, e che alimenterà per tutta la vita.
La scrittura della Allende è piacevole: scorrevole, vivace, sagace. Spazia dai drammi novecenteschi legati alla guerra mondiale sino agli attuali dell'Aids e della pedopornografia, dal mondo omosessuale all'eutanasia... sempre in modo delicato e magistralmente condotto, con quel tocco di delicatezza nell'affrontare il tramonto della vita che lascia un senso di dolce malinconia.

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