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mercoledì 15 luglio 2015

VILLA TRE PINI di Marco Polillo


L'ambientazione è di quelle che piacciono a me, una bella grande villa sulle pendici del Lago Maggiore, nella quale si ritrova un gruppo di amici e conoscenti legato da diversi rapporti, in un fine anno destinato a trasformare le vite di ognuno. Maria Carla Severi, moglie di un editore, invita alcuni amici suoi e soci e conoscenti del marito a trascorrere il capodanno nella villa di famiglia.Tra di essi ritroviamo Serena e, soprattutto, Enea Zottìa, il tenebroso vice commissario che già conoscemmo in altri riusciti gialli di Polillo, con la loro travagliata storia di amore e di malintesi che lascia sempre un retrogusto amaro o quantomeno malinconico. La storia si dipana con una certa lentezza, quasi debba assecondare i ritmi pacati del lungolago, e consente all'autore di tracciare con dovizia di particolari i ritratti dei diversi personaggi che fanno da sfondo alla storia o che ne divengono, loro malgrado, protagonisti. Uno di essi (ma devono trascorrere oltre 100 pagine perchè accada qualcosa) muore improvvisamene, ma, pare, di morte naturale; un altro invece viene poco dopo rinvenuto cadavere, stavolta brutalmente ammazzato. La presenza di Zottìa, per quanto estemporanea nel gruppo snob di villeggianti, e parecchio "fuor d'acqua" per quasi tutta la durata della vicenda, diviene dunque centrale, perchè, da buon investigatore, riesce a far luce tra i vari segreti, vicini e lontani, che legano i vari ospiti. Bello, non entusiasmante, ma molto gradevole per le atmosfere eleganti e rilassate che suggerisce; una piacevole lettura estiva, nonostante evochi inverno e nevicate decisamente fuori tempo.

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