di Mario Vichi
Un giallo italiano un po' noioso e prolisso, che tuttavia delinea bene i personaggi e snoda una storia ben articolata, dove l'intrigo si coniuga con l'analisi dei caratteri e dei rapporti interpersonali.
Il Commissario Bordelli si trova ad affrontare l'omicidio di un uomo facoltoso e affascinante, che pare attorniato di parenti ed amici, apparentemente amato da tutti, senza misteri nè nemici. In una Firenze a pochi mesi dalla tragica alluvione del 1967, ben dettagliata e descritta, si susseguono interrogatori e chiacchierate, indagini e analisi.
Nessun colpo di scena (a parte il finale, anche se piuttosto scontato), moltissime digressioni in racconti estemporanei dei vari personaggi, rimembranze del passato e malinconie varie.
Un racconto quasi esclusivamente maschile, qua e là addolcito dalla momentanea presenza di donne per lo più di "malaffare", peraltro belle e positive, che si appesantisce per i troppi ricordi, flash back, che spaziano dalla guerra in Africa alle stragi naziste, fino a scavare nei servizi segreti e nelle vicende dell'infanzia personale. Bello e struggente il rapporto con la madre, che prosegue al di là della morte in dialoghi e sensazioni vibranti.
Nessun commento:
Posta un commento