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sabato 21 marzo 2015

Un piccolo assaggio di felicità

LA FELICITA' DELLE PICCOLE COSE 

di Caroline Vermalle

Sì, devo ammetterlo, sono una fan di Nicolas Barreau e questo libro, da subito, mi aveva incuriosita per la somiglianza cromatica e iconica della copertina. 
In effetti, sulla scia di Barreau, Caroline Vermalle riesce a creare un piacevolissimo affresco parigino, in una Parigi innevata e particolarmente affascinante, con la giusta dose di attesa, lieve intrigo, da leggere d'un fiato. 
Niente di particolarmente approfondito, ma uno di quei libri che, al termine, ti lasciano con il sorriso, la premessa di sogni d'oro, una dolce leggerezza nel cuore. 
In fondo... perchè sempre rigirarsi nei dolori altrui, crogiolarsi in trame oscure e drammatiche: ogni tanto ci vuole un tuffo nel sogno e nella levità dei sentimenti. 
Che, peraltro, tanto lievi non sono. 
Frédéric Solis è un uomo d'affari cui pare non mancare nulla: ricco, affermato avvocato, famoso, bello. Un po' solo, forse, ma appagato dall'amore per l'arte, quella con la A maiuscola (Monet, Sisley, per intenderci) che riesce persino a collezionare. Lentamente si scopre che la sua vita in realtà non è così rosea come appare, che la solitudine corrode il suo animo, e che la passione per i quadri d'autore l'hanno condotto quasi sul lastrico. Proprio nei giorni in cui sta rendendosi conto della sua situazione tutt'altro che serena, egli riceve una misteriosa eredità, da un perfetto sconosciuto, che lo guida in una serie di brevi viaggi nei dintorni di Parigi, alla ricerca di un quadro misterioso.  La ricerca diventerà un viaggio introspettivo e, parimenti, nel lontano passato, segnato dalla scomparsa traumatica del padre quando ancora era bambino. 
 Un simpatico gruppo di comprimari (la segretaria Petronille, e molti personaggi curiosi che incontra via via) lo guideranno alla ricerca della felicità, quella vera, che si può incontrare nelle piccole cose, ma che possono diventare grandissime, se le si sa guardare e apprezzare nel profondo.
Un bel libro, da consigliare a chi è un po' giù, un po' stanco, demotivato e disincantato. 
E' bello, a volte, lasciarsi trasportare da un piccolo viaggio (chi non fuggirebbe, talvolta, da tutto e da se stesso?) inatteso e sorprendente.

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