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giovedì 17 luglio 2014


 

 LA MARMELLATA DI RAMASSIN
(da "I GIORNI NASCOSTI", il mio secondo libro)

(...) Gisa sta snocciolando pazientemente manciate di opachi “Ramassìn” che occhieggiano grigioviolacei da una grossa cassetta e propagano il loro dolce profumo nella cucina, cadendo poi morbidamente nella capace casseruola di rame. Betta l’aiuta, munita di guanti di gomma, per non macchiarsi le mani, cosa che Gisa non teme (come fai con quei cosi a sentire il nocciolo che esce e scivola e la giusta consistenza della polpa carnosa, non troppo matura e non acerba, proprio non capisco...). Presto lo zucchero in adeguata proporzione si addentrerà nei meandri della pentola e verrà girato e rigirato sul fuoco fino a creare quella poesia di aroma che avvolgerà tutta la casa, nel rito della marmellata, che si ripete da una vita.(...)

(...) La cucina e tutto il pian terreno sono ancora impregnati dello zuccherino inconfondibile della marmellata; sulla credenza riposano, in file ordinate e composte, le albarelle, debitamente coperte da teli e trapuntini perchè non soffrano di deleteri colpi d’aria. Di tanto in tanto un “tac” provvidenziale annuncia che una di esse ha assorbito tutta l’aria in eccesso, ritraendo il coperchio in un sottovuoto ermetico. Ciò garantirà la perfetta conservazione per un anno intero, e lo sprigionamento dell’aroma delizioso alla prima apertura.(...)


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