DELITTO DI MEZZA ESTATE
di Henning Mankell
Il Commissario Wallander è un altro di quei personaggi della narrativa
scandinava che riesce a catturarti con la sua quotidianità, i suoi
dolori, la sua vita grigia, ma carica di sfaccettature. Non ancora
cinquantenne pare un vecchio, trascurato e malandato dal punto di vista
della salute, deluso dai trascorsi sentimentali, senza voglia di futuro,
ingrigito dalla solitudine. Unica famiglia il Commissariato, dove le
persone si alternano al suo fianco e riescono a dargli quell'affetto e
quella stima necessari per affrontare il lavoro e la vita stessa. Questa
volta Wallander si trova a dipanare la matassa di una serie di efferati
omicidi, apparentemente slegati tra loro, ma che ben presto si rivelano
parte di un'unica trama. Un folle omicida si accanisce contro giovani
inermi, colpevoli soltanto di voler essere, almeno per un attimo,
davvero felici. Venire a capo di tanta ferocia, per di più su fronti
diversi, è un'impresa titanica per il team di Wallander, ma le sue
intuizioni riescono presto a prendere la piega giusta. Quasi 600 pagine
avvincenti, che prendono fin dall'inizio, e conducono nei meandri dei
pensieri di uno psicopatico, e contestualmente del Commissario,
riuscendo a tenere incollati al libro per ore intere. Un bel giallone
estivo, che cattura e convince fino al finale.
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